Download articolo Ingegneri - Maggioli editore - autore Alessandro Caffarelli
L'obiettivo del presente studio è stimare il chiavi in mano €/kW di impianti biogas, nell’ipotesi di esercizio in Grid-Parity (GP) post 2015 (senza tariffa incentivante), in riferimento al quale è possibile generare un IRR%, equivalente a quello stimabile nell’ultima finestra temporale di applicazione del sistema tariffario onnicomprensivo. A tal fine si è realizzata una sensitivity analysis al variare della coppia di parametri [€/kW; % autonsumo]. L’entrata in vigore del DM 6 luglio 2012 (decreto FER), ha modificato l’architettura incentivante associata alla produzione di energia elettrica da biogasimpianti, orientando il settore verso soluzioni sempre più rispettose del concetto di generazione distribuita.
L'entrata in vigore del DM 6 luglio 2012 (decreto FER), ha modificato l'architettura incentivante associata alla produzione di energia elettrica da biogas impianti, orientando il settore verso soluzioni sempre più rispettose del concetto di generazione distribuita.
Il vecchio impianto incentivante [Feed-in Tariff TO=0,28 euro/kWh; Potenza≤1MW; orizzonte tariffario 15 anni], non distinguendo tra prodotti e sottoprodotti biologici in alimentazione al digestore, se da un lato ha favorito anche realizzazioni off-shore con il trascinamento di esternalità negative (1MW, circa 500 Ha di colture dedicate), dall’altro ha contribuito all’esplosione del settore con circa 1.000 impianti in esercizio alla fine del 2012, con conseguente riduzione del valore €/kW.
L'entrata in vigore del decreto FER per il biogas (tetto di potenza incentivabile per il 2014 pari a 160 MW), valido fino a tutto il 2015, orizzonte tariffario esteso a 20 anni, prevedendo tariffe più alte 1) per l'utilizzo di sottoprodotti di origine animale/vegetale, 2) al diminuire della classe di potenza dell’impianto, ha di fatto orientato il mercato verso soluzioni sempre più miniaturizzate (obbligo di iscrizione al registro GSE per potenze superiori a 100 kW), mitigando tra l’altro l’impronta ambientale impiantistica, grazie ad un uso razionale dell’ingestato/digestato (tariffa onnicomprensiva massima per max 30% in massa di prodotti derivanti da colture dedicate).